Sono passati ormai 60 anni dalla pubblicazione su Nature dell’articolo che descriveva per la prima volta la doppia elica del Dna, e sempre dalla stessa università arriva un’altra scoperta che dimostra come la visione degli scopritori James Watson e Francis Crick, anche se importantissima, era tutt’altro che completa, e anzi era solo la «metà della realtà». Lo studio dell’italiana Giulia Biffi pubblicato daNature Chemistry ha trovato che in certi momenti il Dna può invece assumere una forma a «quadrupla elica»,
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una scoperta che apre una nuova serie di interrogativi per i genetisti, il cui lavoro appare tutt’altro che finito. Le strutture a quadrupla elica erano già state isolate in provetta, ma nessuno era mai riuscito a vederle nelle cellule umane. Per scovarle i ricercatori hanno costruito degli anticorpi sintetici fluorescenti in grado di legarsi alle quadruple eliche del genoma umano. Testandoli su cellule di tumori, dall’osteosarcoma al cancro della cervice, è emerso che le strutture a quadrupla sono più numerose negli istanti in cui il Dna si replica prima della divisione cellulare. Questo, spiega Biffi, suggerisce già un primo utilizzo della scoperta: «A mio parere anche nelle cellule normali si formano queste strutture – sottolinea la ricercatrice, arrivata a Cambridge da Pavia per un dottorato – ma ovviamente le cellule tumorali replicano continuamente e quindi se i quadruplex sono importanti durante la replicazione del Dna potrebbero avere effetti più rilevanti nelle cellule tumorali. Già in studi precedenti si è visto che si possono usare piccole molecole sintetizzate per `traghettare´ queste strutture, e questo ha un effetto anti-proliferativo sulla cellula». La conferma dell’esistenza della quadrupla elica nel genoma umano costringerà i genetisti a un `superlavoro´, sottolinea Carlo Alberto Redi, biologo dell’università di Pavia, secondo il quale ora sarà più facile capire come si forma la vita.
Fonte http://www.ilsecoloxix.it
Fonte:www.newscientist.com
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