Tra le profondità dello Spazio qualcosa di inquietante sta disturbando Plutone e i pianeti esterni ai margini del nostro Sistema Solare, da tempo sta influenzando anche la nostra Terra. Questo oggetto può essere G1.9, classificato da Dave Green della NASA come un resto di supernova esplosa 25.000 anni fa, ma il cui segnale ha cominciato a raggiungerci 140 anni fa. Diversi astronomi sospettano invece che possa trattarsi di una nana rossa, una stella piccola e relativamente fredda, quasi il doppio (1,9 ) delle dimensioni di Giove. Questa nana rossa si troverebbe al suo perielio, il punto di minima distanza dal nostro Sole (circa 60 UA).
Una nana rossa (o stella M V) è una stella piccola e relativamente fredda. Si tratta della tipologia stellare più diffusa nell’universo: le nane rosse costituiscono infatti almeno il 67,5% di tutte le stelle presenti nella Via Lattea e recenti studi indicano che possano essere anche l’80%. Hanno masse comprese tra 0,4 e 0,08 masse solari, che costituisce il limite minimo perché una stella possa dirsi tale: al di sotto di questo limite infatti non si creano le condizioni di temperatura e pressione tali da innescare le reazioni di fusione dell’idrogeno in elio.
Al di sotto di questa massa limite si trovano le nane brune, oggetti che possiedono una massa troppo piccola per compiere la fusione nucleare, ma comunque nettamente superiore a quella di un pianeta. Le nane rosse sono stelle con massa piccola, generalmente non superiore al 40% della massa della nostra stella, il Sole. Di conseguenza, possiedono delle temperature nucleari relativamente basse, Tuttavia, a causa della loro bassa luminosità, le singole nane rosse non sono facilmente osservabili, tanto da risultare completamente invisibili ad occhio nudo. Anche nelle vicinanze del Sole, non tutte le nane rosse sono state finora scoperte.
Perché la Nasa è così silenziosa riguardo G1.9? Perché ci sono così poche informazioni a disposizione? Essi ammettono che è un “oggetto eccezionale”, che lo tengono sotto controllo da oltre 50 anni, ma rilasciano pochissime altre informazioni.
Ci è voluto un team di astronomi spagnoli per risvegliare le dovute attenzioni su ciò che può davvero essere questo oggetto, ma anche degli astronomi russi per confermarla. Anatoly Perminov, presidente dell’agenzia spaziale russa, è allarmato per l’oggetto che egli dice essere il responsabile del “distacco” degli oggetti della Cintura di Kuiper, alcuni dei quali hanno colpito Giove nel 1994 (Shoemaker-Levy) e anche negli ultimi anni. Contrariamente a ciò che dicono gli scienziati americani, loro credono che si tratti di una stella nana bruna oppure di un nuovo pianeta che sta entrando nel nostro Sistema Solare. Il team spagnolo di astrofisici aggiunge che G1.9 può avere anche dei pianeti che lo circondano. Dunque un sistema planetario completo.
Le nane brune sono un tipo particolare di oggetto celeste, che possiedono una massa più grande di quella di un pianeta, ma più piccola di 0,08 volte la massa del Sole, corrispondente a 70 masse gioviane che è considerata la massa minima perché abbiano luogo le reazioni di fusione nucleare proprie delle stelle. Si conoscono solo poche nane brune, e tra queste molte non sono neppure certe. Si pensa che siano stelle molto comuni, ma la loro osservazione è resa difficile dalla loro bassissima luminosità, che le rende invisibili già a piccole distanze.
Se G1.9 è davvero una nana bruna possiede sicuramente dei pianeti orbitanti, quindi se dovesse tagliare il nostro Sistema Solare potrebbe causare danni enormi durante il perielio. Il corpo più lontano che orbita attorno a G1.9 sarebbe particolarmente disastroso per noi poiché passerebbe a una distanza pericolosamente vicina nella zona interna dove orbita il pianeta Terra.
Riassumendo i Fatti
Nel 1984, Dave Green dell’University of Cambridge e le osservazioni successive, fatte col Very Large Array radio telescope nel 1985 individuarono un oggetto celeste, chiamato G1.9 e identificato come una giovane supernova esplosa meno di 1000 anni fa. Nel 2007, le osservazioni a raggi X fatte con il Chandra NASA X-ray Observatory rilevarono che l’oggetto era aumentato del 16% circa di dimensione. Questa anomalia potrebbe essere spiegata con una esplosione verificatasi appena 150 anni fa, periodo in cui però, non fu osservata dagli astronomi. G1.9 è attualmente posto in direzione del centro galattico della Via Lattea, nella costellazione del Sagittario e non è visibile nella banda di luce normale ma solo agli infrarossi.
La controversia dei fatti
Secondo gli astronomi spagnoli dello Starviewer Team, questo oggetto non pone alcun mistero, in quanto l’aumento di dimensioni indicherebbe semplicemente che si sta avvicinando alla Terra. In pratica, questi studiosi, stanno annunciando alla comunità scientifica che avrebbero individuato una nana bruna nel nostro Sistema Solare distante appena 60 UA dalla Terra (il doppio della distanza Sole-Nettuno).
Nelle immagini si nota chiaramente l’aumento di dimensioni a distanza di 23 anni. Ma per la scienza ufficiale, questo sarebbe solo il segno di come i residui dell’esplosione si stiano espandendo e non dimostrerebbero un avvicinamento della presunta nana bruna.
Lo Starviewer Team ha pubblicato un’immagine (foto sopra) in cui viene confrontato G1.9 con una nota nana bruna chiamata Gliese 229A sulla destra. Le zone colorate di rosso scuro sono quelle più calde e si nota che G1.9 ha una similare emissione a quelle di Gliese 229A.
Lo Starviewer Team suggerisce inoltre che se fosse davvero stata una supernova, le aree esterne sarebbero dovute apparire estremamente fredde, in quanto il materiale espulso si sarebbe dovuto raffreddare velocemente in seguito all’esplosione della stella.
I sostenitori della teoria ufficiale controbattono dicendo che l’emissione molto calda è segno dell’esplosione, segnale a noi giunto appena 150 anni fa. Inoltre dalle osservazioni ripetute a distanza di 23 anni, l’oggetto non si è relativamente mosso, come si attenderebbe se fosse davvero una nana bruna nel nostro Sistema Solare.
Da diversi anni si parla di G1.9, ma molte cose non sono ancora del tutto chiare. Si tratta davvero di un resto di supernova esplosa 25 mila anni fa? Oppure qualcosa viene tenuto da sempre nascosto nell’ombra della segretezza? Forse un giorno, guardando nel cielo, ci accorgeremo da soli della presenza di una nuova stella.
a cura di Dan Keying
Fonte: Segnidalcielo.it
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