giovedì 7 giugno 2012

Le esperienze di premorte: I miei viaggi fuori dal corpo!




Una sera dell'autunno del 1964, a Los Angeles, fu tenuta una riunione interessante. Vi parteciparono circa venti persone, psichiatri, psicologi, scienziati e simili, oltre a me. Fu una serata molto proficua. Lo scopo della riunione era di esaminare in modo serio e sincero le esperienze e gli esperimenti che ho condensato in questo libro. Dopo parecchie ore di domande da parte di tutto il gruppo, toccò a me parlare. Posi a ciascuno di loro due semplici domande: "Se tu ti trovassi a vivere ciò che io sto vivendo cosa faresti?"
Il parere definitivo della maggioranza, oltre i due terzi, fu che si dovevano fare tutti gli sforzi necessari per continuare
questi esperimenti, nella speranza di poter arrivare ad un chiarimento e ad un arricchimento della conoscenza dell'uomo.
Molti, un po' seriamente e un po' per scherzo, dichiararono che avrei dovuto andare di corsa, e non al passo, dal più vicino psichiatra. (Nessuno dei presenti offrì i suoi servizi).
Seconda domanda: "Prenderesti parte personalmente ad esperimenti atti a creare una tale insolita attività in te stesso? "
Qui le risposte cominciarono a differenziarsi. Circa la metà si dichiarò disposta a partecipare. Stranamente, facevano parte di questo gruppo alcuni di quelli più scettici circa la realtà di queste esperienze. Naturalmente, ciò mi offrì l'occasione di punzecchiare educatamente coloro che si erano dichiarati favorevoli a continuare gli esperimenti. Quando si tratta di tuffarsi in acque fredde e sconosciute, meglio lasciarlo fare a qualcun'altro.
Sotto molti aspetti, non li posso biasimare. Dodici anni fa, io stesso difficilmente mi sarei offerto come volontario.
Perché questo gruppo si prese il disturbo di riunirsi? Forse per curiosità. O forse perché avevo potuto raccogliere un così gran numero di prove. Spero sia per questo. Quelli che seguono sono alcuni dei rapporti più decisivi, tratti dai miei appunti, che destarono il loro interesse.



10 settembre 1958 – pomeriggio
Mi sollevai nell'aria con l'intenzione di andare a trovare il dr. Bradshaw e sua moglie. Sapendo che il dr. Bradshaw era a letto per un raffreddore, pensai di andarlo a trovare in camera da letto, una stanza della sua casa che non avevo mai visto, in modo che, se fossi stato poi in grado di descriverla, avrei potuto documentare la mia visita. Di nuovo la rotazione nell'aria, il tuffo nel tunnel, e questa volta anche la sensazione di salire (i Bradshaw abitano in una casa a circa cinque miglia dal mio ufficio, su una collina). Volavo sopra ad una zona alberata, sopra di me ciclo chiaro. Per un attimo vidi (nel ciclo?) una figura pressapoco umana, vestita in lungo, con un elmo in testa (un concetto orientale che rimane), seduta, a braccia conserte, forse a gambe incrociate come Budda; poi sparì. Non ne conosco il significato. Dopo un certo tempo, il viaggio verso l'alto divenne difficile, ebbi l'impressione che l'energia mi stesse lasciando,
di non potercela fare.
Mentre pensavo questo, successe una cosa strana. Mi sentii esattamente come se qualcuno avesse passato una mano sotto le mie braccia e mi avesse sollevato. Sentii una forza che mi sollevava e salii rapidamente la collina. Arrivai sopra al. dr. Bradshaw e a sua moglie. Erano fuori dalla casa e per un attimo mi sentii confuso, perché li avevo trovati prima di entrare in casa. Non riuscivo a capire, dato che mi aspettavo di trovare il dr. Bradshaw a letto. Il dr. Bradshaw portava un soprabito chiaro e un cappello, la signora un soprabito scuro e abiti tutti scuri. Si dirigevano verso di me, allora mi fermai. Sembravano di buon umore e mi oltrepassarono senza vedermi, dirigendosi verso una piccola costruzione, simile ad un garage, con Brad che li seguiva.
Volteggiai davanti a loro agitando le mani, cercando di attirare la loro attenzione senza risultato. Poi, senza che voltasse la testa, mi parve di sentire il dr. Bradshaw che mi diceva:
"bene, vedo che non hai più bisogno di aiuto". Pensando di essere entrato in contatto con loro, mi tuffai verso la terra e
tornai nel mio ufficio, ruotai nel mio corpo ed aprii gli occhi. Tutto era esattamente come lo avevo lasciato. Le vibrazioni erano ancora presenti, ma sentii di averne avuto abbastanza per quel giorno.
Risultati importanti: quella sera telefonammo ai Bradshaw. Non dissi nulla, chiesi solo dove si trovavano quel pomeriggio fra le quattro e le cinque. Mia moglie, dopo aver sentito il racconto della visita, aveva deciso che era semplicemente impossibile, perché il dr. Bradshaw era a letto ammalato. Feci la domanda alla signora Bradshaw. Lei rispose che alle quattro e venticinque circa stavano uscendo di casa e andando verso il garage. Lei doveva andare all'ufficio postale e il dr. Bradshaw aveva deciso che un po' di aria fresca avrebbe potuto fargli bene, si era vestito e l'aveva accompagnata. Si ricordava l'ora perché aveva controllato quando erano arrivati all'ufficio postale, cioè alle cinque meno venti. Ci vuole circa un quarto d'ora di macchina da casa loro per arrivarci. Io ero tornato dalla mia visita alle quattro e ventisette circa. Chiesi come erano vestiti. La signora Bradshaw disse che portava pantaloni neri e un golfino rosso, coperto da un soprabito nero. Il dottor Bradshaw portava un cappello chiaro ed un soprabito chiaro. Comunque, nessuno dei due mi aveva "visto" in alcun modo, né si era reso conto della mia presenza. Il dr. Bradshaw non si ricordava di avermi parlato. Il punto cruciale era che io mi ero aspettato di trovarlo a letto e non era stato così.
Le coincidenze erano troppe. Non mi importava di provarlo a nessun altro, solo a me stesso. E ciò mi prova, per la prima volta, che ci possono essere molte più cose di quante la scienza, la psicologia e la psichiatria normali ammettano, più di un'aberrazione, di un trauma, di un'allucinazione.
Avevo bisogno di una prova, più di chiunque altro. Fu un semplice incidente, ma indimenticabile.

In questa visita al dr. Bradshaw e a sua moglie, l'ora della visita coincide con l'avvenimento fisico. Il fattore autosuggestione o allucinazione non esiste. Mi aspettavo di trovare il dr. Bradshaw a letto, a casa, non fu così e la cosa mi confuse.
La stessa cosa dicasi per le circostanze dei fatti reali:

1) Posizione del dr. Bradshaw e di sua moglie.
2) Posizione dei due uno rispetto all'altro.
3) Azioni dei due.
4) Abbigliamento.

Possibilità di pre-conoscenza inconscia, data da precedenti osservazioni dei quattro punti:

1 ) Negativo: non sapevo niente del loro cambiamento di piani
né dell'ora in cui di solito vanno all'ufficio postale.
2) Indeterminato: consciamente non so chi cammini avanti.
3) Negativo: non potevo sapere prima che si sarebbero diretti
verso il garage in quel modo.
4) Indeterminato: potevo averli visti prima, vestiti a quel modo,
ma mi aspettavo di trovarne uno (il dr. Bradshaw) in
pigiama.

5 marzo 1959 - mattino
In un motel di Winston-Salem: mi svegliai presto ed uscii atte sette e mezzo per fare colazione, tornai nella mia stanza
alle otto e mezzo e mi coricai. Come mi rilassai, arrivarono le vibrazioni ed una sensazione di movimento. Poco dopo mi fermai e la prima cosa che vidi fu un ragazzina che camminava, che tirava in aria una palla da baseball e la prendeva. Rapido cambiamento, e vidi un uomo che cercava di mettere qualcosa sul sedile posteriore detta macchina, una grossa berlina. La cosa era di aspetto strano, ritenni che fosse un'automobilina con le ruote ed un motore elettrico. L'uomo spostò e rigirò la cosa, finalmente riuscì a farla entrare nella macchina e sbattè la porta. Un altro rapido cambiamento e mi trovai vicino ad un tavolo, in piedi. Alcune persone sedevano intorno al tavolo, che era coperto di piatti. Una persona maneggiava delle grandi carte da gioco bianche e le distribuiva agli altri. Pensai che era strano giocare a carte su un tavolo così ingombro di piatti e mi meravigliai della grandezza e del colore candido delle carte.
Altro rapido cambiamento e mi trovai a volare sulla città, a circa centocinquanta metri di altezza, col desiderio di tornare "a casa". Vidi la torre della radio e mi ricordai che il motel era vicino, quasi istantaneamente mi ritrovai nel mio corpo. Sedetti e mi guardai intorno. Tutto sembrava normale. Risultati importanti: quella stessa sera, andai a trovare degli amici, Agnew Bahnson e sua moglie, a casa loro. Sapevano qualcosa delle mie "attività" e, con un'intuizione improvvisa, sentii che il fatto accaduto al mattino aveva a che fare con loro.
Chiesi del loro bambino, lo chiamarono e gli domandarono cosa avesse fatto quel mattino fra le otto e mezzo e le nove. Disse che stava andando a scuola. Quando gli chiesero più precisa mente cosa stava facendo mentre camminava, rispose che tirava la sua palla nell'aria e la riprendeva. (Anche se lo conoscevo bene, non sapevo che il ragazzo si interessava al baseball, sebbene ciò potesse essere implicito). Decisi allora di parlare del carico della macchina. Il signor Bahnson rimase sbalordito. Esattamente a quell'ora, mi disse, stava caricando un generatore Van De Graff sul sedile posteriore della sua auto. Il generatore era un apparecchio grande, ingombrante, con ruote, motore elettrico e una piattaforma. Me lo, mostrò. (Fu una cosa stranissima il vedere fiscamente qualcosa che si era osservato solo dal Secondo Corpo). Parlai allora del tavolo e delle grandi carte bianche. La moglie fu eccitatissima nel sentire la cosa.
Sembra che quel mattino, per la prima volta in due anni, dato che si erano alzati tutti tardi, lei avesse portato la posta del mattino al tavolo della colazione ed avesse distribuito le lettere.
Grandi carte da gioco bianche! Tutti erano molto interessati e agitati per lo strano avvenimento, e sono certo che non
mi stavano assecondando in alcun modo.

In questa visita mattutina al sig. Bahnson e alla sua famiglia, l'ora della visita coincide con gli avvenimenti reali. Autosuggestione o allucinazione, nessuna; nessuna intenzione cosciente di andarli a trovare, sebbene una motivazione inconscia fosse possibile. Corrispondenze fra la visita e gli avvenimenti reali:

1) Figlio che cammina per la strada tirando la palla in aria.
2) Sig. Bahnson vicino all'auto.
3) Azione del sig. Bahnson vicino all'auto.
4) Oggetto che egli ha sulla macchina.
5) Azione della signora Bahnson a tavola, le "carte".
6) Dimensioni delle carte e colore bianco.
7) Piatti sul tavolo.

Possibilità di preconoscenza inconscia dovuta a osservazioni precedenti:

1) Negativo: non sapevo dell'interesse del figlio per il
baseball, non sapevo nulla delle sue attività abituali.
2) Negativo: non sapevo delle azioni mattutine del sig. Bahnson
con la sua auto, e quell'azione specifica non faceva parte
della sua routine quotidiana.
3) Negativo: come già detto questa azione, cioè caricare la
macchina, non era di routine, per cui non poteva far parte
di un comportamento abituale del sig. Bahnson osservato in
precedenza.
4) Indeterminato: possibilità che l'apparecchio fosse stato visto
prima, ma non nel luogo indicato,.
5) Negativo: non può far parte di memoria o preosservazione,
perché l'azione non è abituale per la sig. Bahnson; distribuire
la posta a tavola è un avvenimento insolito.
6) Negativo: per le ragioni anzidetto, abbinate al fatto che la
distribuzione della posta a tavola non fa parte delle abitudini
della mia vita, ed inoltre il fatto in sé era stato male
interpretato.
7) Indeterminato: ci poteva essere stata una preosservazione
relativa alla famiglia Bahnson, dato che avevo fatto colazione
con loro parecchie volte.



12 ottobre 1960 – notte
I risultati sono in tale contraddizione con ciò che credevo, che devono essere riferiti nei dettagli. Nei nostri tentativi di
trovare una risposta, in qualunque modo, eravamo entrati in contatto con la signora M., che apparentemente aveva poteri medianici. Avevo ed ho per lei il massimo rispetto e la considero una persona di grande finezza ed integrità. Nonostante ciò, dopo aver partecipato a due "sedute", ebbi l'impressione ben definita che la signora M.., sebbene fosse del tutto sincera, agisse con una forma di doppia personalità quando entrava in trance. Le "guide" che prendevano possesso del suo corpo (?) e che parlavano per mezzo delle sue corde vocali, èrano per me né più né meno che manifestazioni di questo sdoppiamento. Ciò non significa che io pensassi che la signora M. creasse deliberatamente questa illusione, ma che ciò succedesse come risultato di uno stato di auto-ipnosi, di cui lei realmente non si rendeva conto. Ero certo che la signora M. non cercava in alcun modo di "fingere". Non era e non è quel genere di persona. Ciò che mi lasciava perplesso era che, quando posi alle sue guide, il suo defunto marito ed un indiano americano, alcune domande, non ebbi, attraverso di lei, che risposte evasive. Il meglio che riuscii ad ottenere fu: "Lo scoprirai con le tue stesse forze". Sul momento, questa mi sembrò una scappatoia per evitare una risposta che avrebbe potuto essere verificata in altro modo. è importante che io sottolinei il mio assoluto scetticismo nei riguardi della signora M. e dette sue guide. Ciò che accadde la scorsa notte ed il rapporto di oggi mi confondono profondamente. R. G., un amico della signora M., mi aveva suggerito di "visitare" una seduta che sarebbe stata tenuta dalla signora M. in un appartamento di New York venerdì sera (ieri sera). Fui d'accordo solo a metà, non essendo certo che una cosa del genere fosse possibile. Francamente; quando arrivò venerdì sera la seduta mi era completamente passata di mente, almeno a livello di coscienza.
Ecco ciò che accadde: dopo una normale serata in casa, mia moglie ed io ci coricammo alle 23.30 circa. Mia moglie si
addormentò quasi subito, come dimostrava il suo respiro profondo, regolare. Mentre giacevo, profondamente rilassato e forse mezzo addormentato, sentii improvvisamente quel gelo "di tomba" ed i capelli della nuca si rizzarono. Mi guardai intorno nella stanza semioscura, terrorizzato e tuttavia profondamente affascinato. Non so che cosa mi aspettassi di vedere, tuttavia nello spazio della porta fra la camera e l'ingresso c'era una figura bianca simile ad un fantasma. Era veramente la figura tradizionale del fantasma, alta circa un metro e ottanta, con un tessuto bianco tipo lenzuolo drappeggiato dalla testa ai piedi. Una mano usciva e poggiava sullo stipite della porta.
Ero assolutamente terrorizzato e non riuscivo a collegare la figura con alcuna mia azione precedente. Nell'istante in cui
cominciò a muoversi verso di me, mi rannicchiai per la paura e nello stesso tempo sentii che dovevo vedere che cos'era. Quasi immediatamente, sentii delle mani posarsi sui miei occhi e non potei più vedere. Nonostante la paura, continuai a togliere quelle mani dai miei occhi, finché vidi la figura — fantasma accanto al mio letto, vicinissima. Allora qualcuno mi prese per le braccia, dolcemente, e mi alzai dal letto. Con ciò mi calmai, evidentemente perché sentivo che, qualunque cosa fosse, mi era amica.
Non opposi resistenza e non lottai. Immediatamente ebbi una sensazione di rapido movimento e noi (mi rési conto che erano due, uno per parte) ci trovammo d'un tratto sopra ad una piccola stanza, come se guardassimo dentro la stanza dal soffitto. Nella stanza c'erano quattro donne. Guardai i due esseri che mi stavano a fianco. Uno era un uomo biondo, l'altro bruno, dai tratti quasi orientali. Tutti e due sembravano molto giovani, di poco più di vent'anni.
Mi sorridevano.
Parlai e dissi che dovevano scusare il mio comportamento perché non ero certo di ciò che stavo facendo. Quindi, scesi
e mi sedetti sull'unica sedia vuota. Di fronte a me sedeva una donna alta, imponente, vestita di scuro. Accanto a me sedeva una donna vestita con una specie di casacca bianca. Le altre due donne non riuscivo a distinguerle. Una voce femminile mi chiese se mi sarei ricordato di essere stato lì, ed io assicurai che certamente l'avrei fatto. Un'altra donna disse qualcosa sul cancro, non riuscii a capire di più. Allora una delle donne (quella vestita di nero) si alzò e si diresse verso la mia sedia, sedendosi giusto in braccio a me.
Non sentii il suo peso, ma, non so perché, si alzò immediatamente. Sentii delle risate, ma la mia mente era altrove. Evidentemente il contatto con la donna che si era seduta su di me aveva alterato le cose. In quel preciso momento, sentii una voce maschile dire "Penso che sia stato fuori abbastanza; faremmo meglio a ricondurlo a casa".
Ero indeciso fra l'andare e il rimanere, ma non dissi nulla.
Quasi istantaneamente mi trovai di nuovo nel mio letto, e tutto era finito. Mia moglie era sveglia ed aveva seguito tutto. Mi disse che avevo respirato affannosamente, a tratti, avevo emesso dei gemiti e dei lamenti, e dopo avevo quasi completamente smesso di respirare. Mia moglie non aveva notato altro, tranne che il gatto, che dormiva con noi nella stanza, si era svegliato ed era stato tremendamente nervoso. Mia moglie era profondamente scossa e preoccupata. Sono certo che anch'io lo sarei stato, se la stessa cosa fosse successa a me, guardando lei. La "riunione" meritava certamente un controllo, così telefonai a R. G. e scoprii parecchie cose. Primo, atta seduta avevano
partecipato quattro donne. Su mia richiesta, si riunirono di nuovo, nello stesso appartamento (con un soggiorno piccolissimo) e vestite allo stesso modo. La donna vestita di scuro era della stessa corporatura che io avevo visto, e si era inavvertitamente "seduta" sulla sedia "riservata" a me. Questo era accaduto a tarda sera, dopo le 23.30, quando la "seduta" era finita da tempo e le quattro donne stavano semplicemente conversando. La donna alta si era alzata di scatto dalla "mia" sedia quando le altre avevano detto: "Non sederti su Bob!" Tutte avevano riso alla battuta. Una dette altre donne indossava una veste da casa bianca. Le parole sul fatto che io mi ricordassi della seduta non erano state pronunciate a voce (ancora una comunicazione super-mentale?), ma una delle donne aveva detto che il giorno dopo avrebbe lavorato al Memorial Hospital per il cancro. Conoscevo le due altre donne, la signora M. e R. G., ma le due descritte erano quelle che non conoscevo. Quattro donne, l'abbigliamento di due, la corporatura di una, il sedersi sulla sedia, il sedersi su di me e balzare via, le risate, la camera piccola, il riferimento al cancro — troppe coincidenze anche per uno come me, e ben oltre la mia capacità di allucinazione. Sono convinto. Ma a due uomini? Allora la signora M. comunica veramente con il suo defunto marito e con un indiano? Solo più tardi seppi che il marito era biondo! Devo essere meno scettico ed avere una maggiore apertura mentale con la signora M.

Nella visita all'appartamento, l'ora coincide con i fatti reali.
Possibilità di allucinazione per autosuggestione, indeterminata, dato che l'idea della visita può essere rimasta a livello inconscio, anche se non è stato fatto alcuno sforzo conscio. Rispondenze con i fatti reali:

1 ) Dimensioni della stanza.
2) Numero delle donne presenti, quattro.
3) Sedia vuota.
4) Abbigliamento di due delle donne
5) Riferimento al "cancro".
6) Azione della donna che si siede sulla sedia.
7) Risata di tutto il gruppo.

Possibilità di pre-conoscenza inconscia, dovuta a precedente osservazione dei fatti suddetti:

1 ) Negativo: nessuna visita precedente e nessuna descrizione
dell'appartamento.
2) Indeterminato: R. G. potrebbe avermi detto quante persone
dovevano partecipare.
3) Negativo: l'idea della sedia vuota fu una trovata di quella
stessa sera.
4) Negativo: mai conosciuto le due donne e quindi mai osservato
il loro abbigliamento.
5) Negativo: per le stesse ragioni appena dette. Non potevo
sapere che la donna sconosciuta lavorasse al Cancer Memorial
Hospital.
6) Negativo: l'azione non era prestabilita.
7) Negativo: la reazione delle altre donne era spontanea.

15 agosto 1963 – pomeriggio
Un esperimento produttivo dopo un lungo silenzio! R. W., una donna d'affari che conosco molto bene per i nostri ormai
vecchi rapporti di lavoro, nonché mia ottima amica ed al corrente dette mie "attività" (sebbene ancora piuttosto scettica, nonostante qualche sua partecipazione involontaria), è andata in vacanza questa settimana sulla cosa del New Yersey. Non so niente più di questo sul luogo esatto in cui si trova. Non l'ho neppure informata di alcun programma di esperimento, semplicemente perché non ci ho pensato fino ad oggi (sabato).
Questo pomeriggio, mi distesi per tentare un esperimento e decisi che avrei fatto un grosso sforzo per "visitare" R. W. dovunque lei fosse. (La regola numero uno nel mio caso è stata sempre che ho avuto più successo quando ho cercato di raggiungere qualcuno che conosco bene, e l'opportunità non si presenta molto spesso). Mi sdraiai in camera da letto verso le tre del pomeriggio, entrai nello schema di rilassamento, vedere glossario, sentii il calore (vibrazioni alte), quindi pensai intensamente al "desiderio" di "andare" da R. W.
Ci fu la sensazione ben nota di movimento attraverso una zona indistinta, azzurra, poi mi trovai in quella che sembrava
una cucina. R. W. era seduta su una sedia a destra. Aveva un bicchiere in mano. Guardava verso la mia sinistra, dove erano sedute due ragazze (di circa diciassette o diciotto anni) una bionda e una bruna, ciascuna con un bicchiere in mano, che bevevano qualcosa. Le tre donne conversavano, ma non riuscivo a sentire cosa dicessero.
Mi avvicinai dapprima alle due ragazze, direttamente di fronte a loro, ma non riuscii ad attirare la loro attenzione. Mi
rivolsi allora a R. W. e le chiesi se si era accorta di me. "Oh, sì, lo so che sei qui" rispose (mentalmente o con quella solita comunicazione super-conscia, dato che continuava a conversare con le due ragazze).
Le chiesi se era certa che si sarebbe ricordata che io ero stato lì, in quel momento.
"Certo, me ne ricorderò di sicuro" rispose.
Le dissi che questa volta dovevo accertarmi che se ne sarebbe ricordata. "Me ne ricorderò, sono certa che me ne ricorderò" disse R. W., sempre continuando a conversare.
Le dissi che dovevo essere sicuro che se ne sarebbe ricordata e perciò le avrei dato un pizzicotto. "Non c'è bisogno,
me ne ricorderò" disse R. W. in fretta.
Le dissi ancora che dovevo esserne certo, per cui mi avvicinai e cercai di pizzicarla, piano, o almeno così credevo. La
pizzicai su un fianco, fra l'anca e la cassa toracica. Lei si lasciò sfuggire un forte "Oh!" ed io arretrai alquanto sorpreso. Non avevo previsto di poterla pizzicare veramente, fisicamente. Soddisfatto di averle almeno fatto una qualche impressione, mi voltai e me ne andai, mi concentrai sul corpo fisico e quasi immediatamente fui di ritorno. Mi alzai (fisicamente!) e andai alla macchina da scrivere, dove sono ora. R. W. non tornerà fino a lunedì, e sarò allora in grado di appurare se avevo stabilito il contatto o se è stato un altro fallimento inspiegabile.
Ora del ritorno: tre e trentacinque.
Seguito importante: oggi è martedì, quello successivo al sabato dell'esperimento. R. W. è tornata al lavoro ieri e le ho
domandato che cosa stesse facendo sabato pomeriggio fra le tre e le quattro. Conoscendo il motivo della mia richiesta, mi ha risposto che ci doveva pensare e mi avrebbe risposto martedì (oggi). Ecco cosa mi ha detto oggi: sabato pomeriggio fra le tre e le quattro fu la sola ora in cui la casa sulla spiaggia dove abitava non era affollata di gente. Per la prima volta era sola con sua nipote (bruna, diciotto anni) e l'amica di questa (stessa età circa, bionda). Erano nella zona-pranzo della cucina, dalle tre e un quarto alle quattro, lei beveva un alcoolico, le ragazze Coca. Non facevano nient'altro che stare sedute e parlare.
Le chiesi se non ricordava nient'altro, rispose di no. La interrogai più specificatamente, ma non riusciva a ricordare
altro. Infine, e con impazienza, le chiesi se non ricordava il pizzicotto.
Sul viso le apparve un'espressione di assoluto stupore.
"Eri tu?" Mi fissò per un momento, quindi si diresse verso la toilette del mio ufficio, si voltò e sollevò (appena un poco!)
il bordo della maglia, dove si univa alla gonna, sul fianco sinistro.
C'erano due segni scuri, marrone e blu, esattamente nel punto dove l'avevo pizzicata.
"Ero seduta e parlavo con le ragazze" mi disse R. W. "quando tutt'a un tratto sentii questo tremendo pizzicotto. Devo
aver fatto un salto notevole. Pensai che mio cognato fosse tornato e si fosse insinuato dietro di me. Mi voltai, ma non c'era nessuno. Non avrei mai -pensato che fossi tu! Mi hai fatto male!"
Mi scusai per aver pizzicato così forte, e lei mi fece promettere che, in caso d'un altro esperimento, avrei provato con
qualche altro sistema e non con un pizzicotto così forte.

In questo episodio, l'ora coincide con quella dei fatti reali.
Possibilità di autosuggestione o allucinazione, non determinata, poiché c'era un desiderio conscio e c'era una preconoscenza generica di dove si trovava R. W. in quel momento. Considerazioni a fronte dei fatti reali

1 ) Posizione: in casa invece che fuori.
2) Numero di persone presenti.
3) Descrizione delle ragazze.
4) Azioni delle persone presenti.
5) Rispondenza all'azione di pizzicare.
6) Tracce fisiche del pizzicotto.

Possibilità di preconoscenza inconscia attraverso una precedente osservazione:

1 ) Negativo: la preconoscenza poteva implicare delle attività
esterne, sulla spiaggia, non in casa.
2) Negativo: la preconoscenza comprendeva degli adulti, dato
che R. W. era in visita alla sorella ed al cognato.
3) Negativo-indeterminato: possibilità di una precedente conoscenza
della nipote e del suo colore di capelli attraverso
precedenti discorsi di R. W.; negativo per quanto riguarda
l'amica, il suo colore di capelli e l'età.
4) Negativo: nessuna conoscenza precedente di un comportamento
in quel particolare momento del giorno, cosa che fra
l'altro non era abituale.
5) Negativo: R. W. non era al corrente di un mio tentativo
dato che non ne avevo mai fatti prima; non era nelle mie
abitudini pizzicare R. W. Non l'avevo mai fatto prima.
6) Negativo: nessuna possibilità che R. W. sapesse dove si
sarebbero dovuti trovare i segni del pizzicotto per corrispondere
con la zona indicata.

Esistono altri rapporti circostanziati, alcuni dei quali sono stati inclusi in altre parti di questo libro, dove possono meglio illustrare determinati punti della "teoria e pratica". Uno o due sono stati condotti in laboratorio.
Gli episodi possono essere semplici e poco importanti di per sé, ma come tessere del mosaico sono di importanza vitale.
Lo schema che emergeva da questi sguardi nel tutto, era reso credibile ed accettabile, per me, soltanto dopo l'inclusione di centinaia di questi frammenti di prova. Forse sarà così anche per voi.

Di: Sheenky - Fonte: Libro "I miei viaggi fuori dal corpo"

Nessun commento:

Posta un commento

La tua libertà finisce dove comincia la mia!